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Statue e Memoriali

Martire, femminista d’antan, ribelle, eroina: Boudicca il simbolo della “resilienza” inglese

L’enigmatica regina degli Iceni che mise in scacco l’Impero romano, celebrata in un memoriale a due passi da Westminster, è oggi un simbolo per gli euroscettici ed è stata recentemente resa icona dal movimento femminista inglese

La storia dell’Inghilterra presenta una lunga lista di personaggi che sono assurti a simbolo di paladini dell’indipendenza del popolo inglese. In questo caso mito e storia spesso si confondono e insieme al leggendario Re Artù (leader letterario della resistenza dei Britanni contro gli invasori Anglosassoni nell’epoca post romana), si possono trovare ad esempio Alfredo il Grande (sovrano del regno anglosassone nella seconda metà del IX secolo d.C. trionfatore della storica battaglia di Ethandun che fermò l’invasione dei vichingi danesi), Winston Churchill (primo ministro martello del nazismo durante la seconda guerra mondiale che riuscì ad sventare l’invasione dell’isola e il piano di Adolf Hitler denominato operazione Leone Marino) e anche Boudicca, Budicca o Boadicea o Boudicea (seguendo la pronuncia latina), la Regina degli Iceni che si ribellò al giogo dei romani.

La regina Boudiccain battaglia di fronte a Westminster in un’immagine prodotta dall’IA

La conquista romana della Britannia

Con due diverse spedizioni nel 55 a.C. E nel 54 a.C. Giulio Cesare, impegnato all’epoca nella guerra contro i Galli, pose le basi per la conquista della Britannia imponendo con le sue legioni un sistema clientelare che si convertì in progressiva conquista territoriale in special modo sotto l’imperatore Claudio.
Nel 43 d.C. i romani, favoriti dai dissidi interni tra le tribù britanniche, riuscirono infatti a costituire un saldo avamposto nel sud dell’Inghilterra e adottando la strategia del divide et impera, intesserono una politica di aggressione e alleanze che in breve tempo cagionò la progressiva disfatta dei britanni.
Tra le tribù alleate dei conquistatori c’era quella degli Iceni che tuttavia, sempre nel 43 d.C., attuò una rivolta che terminò con la sconfitta del re Antedio battuto sul campo dal legato Publio Ostorio Scapula. Al regnante sconfitto succedette il re Presatugo che si trovava nell’orbita clientelare di Roma.
Nel 47 d.C. Boudicca venne data in moglie a Presatugo diventando così regina degli Iceni. Dal matrimonio nacquero due figlie mentre nel frattempo il re degli Iceni fece testamento indicando come eguali beneficiari la moglie, le figlie e l’imperatore Romano dell’epoca Nerone.
La legge di Roma non prevedeva tuttavia l’eredità trasmissibile per linea femminile e tra i romani l’annessione dei regni clientelari alla morte del regnante era prassi ben consolidata.
Prasatugo venne a mancare nel 60 d.C. e di conseguenza la XX legione di istanza oltremanica ignorando i voleri testamentari dell’alleato, occupò i territori degli Iceni annettendoli all’Impero.
Tacito che insieme a Cassio Dione è la principale fonte sulle vicende della Britannia romana, racconta che l’intera nobiltà locale fu deprivata dei propri possedimenti, la regina Boudicca fu fustigata in pubblico e le sue figlie furono stuprate dai legionari.

La rivolta di Boudicca

Pare che questo crimine di guerra fu la goccia che fece traboccare il vaso sebbene gli storici non siano concordi nello stabilire se, alle origini della rivolta dei Britanni (principalmente Iceni e Trinovanti, altra tribù riottosa contraria al potere di Roma), non vi fu piuttosto la cupidigia insaziabile dei romani (sovente pronti a spremere le periferie dell’impero per rimpinguare le proprie casse) o il coevo affronto della distruzione del santuario dell’Isola di Mona (centro religioso druidico di primaria importanza per i locali).
Più probabilmente fu l’insieme dei fattori a scatenare l’ira dei Britanni che ersero a capo della rivolta Boudicca descritta in questi termini da Cassio Dione: “Era una donna molto alta e dall’aspetto terrificante. Aveva gli occhi feroci e la voce aspra. Le chiome fulve le ricadevano in gran massa sui fianchi. Quanto all’abbigliamento, indossava invariabilmente una collana d’oro e una tunica variopinta. Il tutto era ricoperto da uno spesso mantello fermato da una spilla. Mentre parlava, teneva stretta una lancia che contribuiva a suscitare terrore in chiunque la guardasse”, Storia romana, 62, 2.
I rivoltosi trovarono nella loro condottiera un personaggio carismatico che fu capace di tenere sotto scacco le legioni romane dal 60 al 61 d.C. La città di Camulodunum (che sorgeva nei pressi dell’odierna Colchester), fu completamente rasa al suolo e data alle fiamme mentre i suoi abitanti furono massacrati. Anche Londinium (la Londra romana) e Verulamium (St Alban) subirono lo stesso triste destino portando un numero di vittime tra i romani che pare superò le 70.000 unità.
Nel frattempo il proconsole Gaio Svetonio Paolino riorganizzò l’esercito romano ricomponendolo con le schiere dei soldati superstiti in stanza nelle città che avevano provato a fermare l’impeto distruttivo dei Britanni.
Lo scontro decisivo avvenne lungo la strada di Watling nei pressi del fiume Anker. Il giorno della battaglia Boudicca, forte di un esercito che secondo le ricostruzioni degli storici superava di cinque volte il numero dei legionari messi in campo da Paolino (50.000 guerrieri britanni contro poco più di 10.000 legionari romani), arringò il suo popolo sfilando su un carro da guerra e parafrasando la ricostruzione dell’evento di Tacito affermò “Bisogna vincere, o morire. Questa è la decisione di una donna: se gli uomini vogliono vivere come schiavi, è affar loro“.
Nonostante lo schiacciante sovrannumero i ribelli furono battuti dai romani grazie all’abilità tattica del loro comandante, alla superiore disciplina sul campo e al miglior equipaggiamento. Tralasciando la dinamica dello scontro in questa sede vale la pena notare che secondo Tacito la regina battuta decise di darsi la morte con il veleno riservando lo stesso destino ad entrambe le figlie per evitare di cader preda della rappresaglia romana. Cassio Dione afferma invece che Boudicca riuscì a fuggire ammalandosi poco dopo e morendo mentre tentava di riorganizzare l’ennesima rivolta contro Roma.

Il mistero della sepoltura

Quest’ultima versione della fine di Boudicca è forse alla base della legenda secondo cui il suo corpo sarebbe sepolto nel parco di Hampstead Heath a nord di Londra, in un piccolo rilievo alberato oggi circondato da una recinzione e denominato, ça va san dire, Boudica’s Mound (tumolo o collinetta di Boudicca, nella mappa sottostante).

Nessuna prova archeologica è stata nel frattempo trovata per suffragare la tesi della sepoltura in questo polmone verde di Londra anche se nel 1967 l’Order of Bards, Ovates and Druids (l’Ordine dei Bardi, dei vati e dei Druidi, organizzazione religiosa neo-druidica fondata nel 1964) pose una ghirlanda sul suo presunto tumulo durante il solstizio d’estate di quell’anno asserendo che i resti della condottiera non potevano essere ritrovati in quanto il suo corpo venne cremato.
Di altro avviso lo storico John Chaple che nel 2019 ha fatto parlare di sé dichiarando di aver identificato il luogo della sepoltura in un probabile tumulo funerario collettivo nel Peckam Rye Park & Common nell’omonima area a Sud di Londra (nella mappa sottostante).

Il ricercatore è infatti convinto che la battaglia finale tra romani e ribelli britanni avvenne a sud del Tamigi e non a Nord asserendo che i romani in fuga dai ribelli si sarebbero ritirati in quella direzione e non nell’altra dal momento che questi territori erano in mano ai ribelli all’epoca dei fatti. L’interessante tesi dello studioso, suffragata anche da riprese aree e riscontri con cronache successive, non è stata ancora presa in seria considerazione e meriterebbe di essere quantomeno vagliata con una campagna di scavi sul presunto luogo di sepoltura.
La meno probabile delle ipotesi ma anche quella forse più affascinante è quella che vede Boudicca sepolta nei pressi della stazione di Kings Cross. Nel 1715 l’antiquario e storico John Bagford, a seguito del ritrovamento dei resti di un elefante e di un’ascia di selce in una cava di ghiaia nei pressi di Gray’s Inn Road, affermò che questo poteva essere un indizio del luogo di sepoltura di Boudicca in quanto l’animale poteva essere stato portato dai romani e che l’arma ritrovata poteva essere appartenuta ad un guerriero britannico. Rilievi successivi smentirono le ipotesi di Bagford e rivelarono che i ritrovamenti appartenevano invece all’era neolitica.

Il memoriale di Boudicca

Il luogo di sepoltura di Boudicca rimane ad oggi sconosciuto ma gli echi dell’eroica resistenza dell’indomita regina degli Iceni si sono riverberati sino al giorno d’oggi.
A Lei è dedicato il Boadicea o Boudicca Memorial che si trova nel distretto della City of Westminster, sulla riva nord del Tamigi, all’ingresso del Westminster Bridge di fronte al parlamento e a due passi dal Big Bang.

L’opera in bronzo dello scultore Thomas Thornycroft fu commissionata dalla regina Vittoria e dal principe Alberto nel 1851. I primi bozzetti del progetto furono presentati dall’artista nel 1864 e originariamente il gruppo scultoreo doveva essere posto a decorazione del Decimus Barton’s gate, uno degli ingressi monumentali di Hyde Park. Sebbene il modello finale fosse già pronto nel 1885, per mancanza di fondi la scultura fu inaugurata soltanto nel 1902, 17 anni dopo la morte dell’artista.

Il gruppo scultoreo venne posto su di un basamento in granito progettato dall’architetto Thomas Graham Jackson e nel 1903 vi vennero apposte tre iscrizioni.
Nella parte frontale del basamento è possibile leggere in lettere capitali: “BOADICEA/ (BOUDICCA)/ QUEEN OF THE ICENI/ WHO DIED A.D. 61/ AFTER LEADING HER PEOPLE/ AGAINST THE ROMAN INVADER” (“Boadicea / (Boudicca) / Regina degli Iceni / che perì nel 61 d.C. / Dopo aver condotto il suo popolo / Contro l’invasore romano”).

Purtroppo di fronte alla Statua c’è sempre un ambulante a coprire la visuale completa…

Le linee del viso della statua della condottiera ribelle che oggi sembra quasi virtualmente proteggere il centro politico del Regno Unito pare siano ispirate alla stessa regina Vittoria che con Boudicca condivideva le radici etimologiche del nome (bouda nella lingua celtica significa infatti vittoria). Nella parte destra del basamento è stato inciso un frammento del poema del 1782 Boadicea, an ode di William Cowper (video lettura nel link youtube in seguito): “REGIONS CAESAR NEVER KNEW/ THY POSTERITY SHALL SWAY” (“Regioni che Cesare non conobbe mai / I tuoi posteri domineranno”, in riferimento alla costituzione dell’impero britannico che all’epoca del poema di Cowper si estendeva su territori mai conquistati dai romani). Sul lato sinistro del basamento l’iscrizione apposta invece recita: “THIS STATUE BY THOMAS THORNYCROFT/ WAS PRESENTED TO LONDON BY HIS SON/ SIR JOHN ISAAC THORNYCROFT C.E./ AND PLACED HERE BY THE LONDON COUNTY COUNCIL / A.D. 1902” (Questa statua di Thomas Thornycroft / è stata presentata a Londra da suo figlio / Sir John Isaac Thornycroft C.E. / e posta qui dal London County Council).

La statua d’ispirazione classica raffigura una biga da guerra aggiogata a due cavalli rampanti. La figura di Boudicca che si staglia al centro dell’opera è virtualmente protesa verso il campo di battaglia e afferra in posa plastica una lunga lancia. Boudicca ha la testa coronata e veste una tunica di tessuto sottile che lascia intravedere un fisico atletico. La scarsa copiosità del seno contribuisce a rafforzare l’austerità della figura che solennemente con la sinistra sembra richiamare con un gesto le schiere dei britanni e il favore dei numi. L’ariosità del mantello poggiato sulle spalle contribuisce alla dinamica plastica della scena insieme con le figlie chinate in basso ai lati della biga che si tengono al vestito della madre e ai lati del carro lanciato in battaglia. Le due figlie sono mostrate con la tunica calata alla vita a rappresentare lo stupro subito dalle truppe romane e sporgono la testa quasi osservando timidamente il campo di battaglia proteggendosi dietro la poderosa figura della madre.

L’eredità di Boudicca

Questa eroina quasi leggendaria è senz’altro una delle icone più rappresentative della “resilienza” del popolo inglese che nel corso dei secoli ha cercato di difendersi o meglio assorbire numerose ondate di invasori siano stati essi romani, vichinghi, normanni, tedeschi o europei… Nel 2020 intervistato dal Telegraph per la giornata internazionale delle donne l’ex Primo Ministro fautore della Brexit Boris Johnson elesse Boudicca come modello per il genere femminile tout court. Lo stesso Johnson nel suo libro The Dream of Rome paragonò l’UE all’impero romano citando Boudicca come precorritrice delle politiche euroscettiche.
Nel 2019, Nick Timothy il numero uno dello Staff di Downing Street ai tempi di Theresa May, considerato la vera eminenza grigia del secondo primo ministro donna nella storia di Westminster, invitò la sua leader a riscoprire “la Boudicca dentro di lei” riferendosi al debole polso della May nelle trattative di uscita con Bruxelles.

L’attualità di Boudicca non è soltanto frutto della sua indomita volontà di indipendenza quasi parallela alla recente lotta anti-UE del Regno Unito ma risiede anche nel suo essere stata, suo malgrado, simbolo della lotta contro il patriarcato, tema oggi al centro del dibattito internazionale. Le quote rosa della storia più o meno antica sono del resto poche e la sua voce fuori dal coro possiede una forza tutt’ora straordinaria tanto da aver spinto l’attrice e modella Elizabeth Cleone Hopland, intervenuta lo scorso due aprile al Roar Women’s Festival di Colchester, a citare la regina degli Iceni come femminista d’antan. La Hopland, che per l’occasione si presentò vestita con una tunica e il volto dipinto alla maniera delle antiche donne britanne, riguardo a Boudicca ebbe infatti a dichiarare: “La sua figura è decisamente rilevante oggi. Lei è un faro di forza per molti. Le donne vengono ancora sfruttate, abbiamo bisogno che le donne si sentano sicure nelle nostre comunità e che si sentano ascoltate. Boudicca rappresenta il potere delle donne disprezzate”.

Performance della Hopland nei panni di Boudicca

Al limite della provocazione anche la risposta della Hopland ad una partecipante che chiedeva come comportarsi in caso di cat calling: “Devi attirare l’attenzione delle altre persone che passano e se nessuno ti aiuta… bruciali tutti!”. Il terribile suggerimento sembra quasi uscire dalla bocca stessa di Boudicca, eterna eroina femminista, simbolo dell’indomito spirito indipendentista inglese e icona storica senza tempo.

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